Le figure retoriche possono essere suddivise in quattro grandi gruppi. Scopriamo il terzo!

cropped-matita-e1466586733236-1.pngA cosa servono le figure retoriche? Ad arricchire il testo, utilizzando espedienti utili a creare sospensione, rafforzamento, comparazione con concetti simili, smorzamento, effetti sonori e tanto altro. Un bravo scrittore padroneggia anche le figure retoriche. Oggi scopriamo…

“Figure di significato, o di traslato” 
(agiscono sul significato e implicano un trasferimento di significato, accostando/sostituendo in modo imprevedibile una parola con un’altra)

• SIMILITUDINE o PARAGONE. Consiste nel comparare qualcosa/qualcuno a qualcos’altro utilizzando la parola “come” (Es.: sei bello come il sole; sei alto come un grattacielo)
METAFORA. Tradizionalmente è una similitudine accorciata (Es.: capelli d’oro = biondi come l’oro). Si opera uno spostamento di significato, e i due termini appartengono a campi semantici diversi.
METONIMIA. Una figura retorica fondata sulla relazione di contiguità logica e/o materiale tra il termine letterale e quello traslato. La contiguità può riguardare:
1) la causa per l’effetto (Es.: negli orecchi mi percosse un duolo = lamenti causati dal dolore);
2) l’effetto per la causa (Es.: le sudate carte = i libri sui quali qualcuno ha sudato a causa di studi impegnativi);
3) la materia per l’oggetto (Es.: “il mio ferro” al posto di “la mia spada“);
4) il contenitore per il contenuto (Es.: bere un bicchiere = bere acqua da un bicchiere);
5) l’astratto per il concreto (Es.: sfuggire all’inseguimento = sfuggire agli inseguitori);
6) il concreto per l’astratto (Es.: avere del fegato = avere coraggio);
7) l’autore per l’opera (Es.: ho comprato un Raffaello = ho comprato un quadro di Raffaello);
8) l’astratto per il concreto (Es.: “l’umanità” = “gli uomini”).
SINEDDOCHE. Come la metonimia, è una figura di trasferimento semantico, ma qui il rapporto di contiguità è solo di maggior o minor estensione:
1) la parte per il tutto – minore estensione (Es.: “vela” per indicare la “nave”, “tetto” per “casa”);
2) parola di significato più ampio per una di ambito più ristretto – maggiore estensione (Es.: “macchina”, termine generico per indicare “auto”);
3) la specie per il genere – maggiore estensione (Es.: “mortali” per “uomini”);
4) singolare al posto del plurale, e viceversa.
SINESTESIA. Forma di metafora in cui si associano termini appartenenti a sfere sensoriali diverse (Es.: fredde luci [tatto+vista]; voci di tenebra azzurra, Pascoli [udito+vista]).
IPERBOLE. Uso di parole o espressioni esagerate per esprimere un concetto oltre i limiti del verosimile (Es.: è un secolo = tanto che non ti vedo; dammi mille = tanti baci).
ANTONOMASIA. Usare il nome proprio al posto del comune e viceversa (Es.: tuo figlio è un Einstein = è intelligente come Einstein, un genio; oppure “il Poeta” per intendere “Dante”).

Nei prossimi articoli scopriremo le figure del significante e del suono e altre figure retoriche meno comuni. Continua a seguirci!

E tu, quali figure retoriche utilizzi? Raccontacelo in un commento.

Figure retoriche / Parte 3
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